Papa Leone -X Medici a castello Gallelli di Badolato 23/09/2024 La collezione pittorica di castello Gallelli di Badolato si è arricchita di un altro grande dipinto raffigurante un pontefice. Dopo infatti il ritratto del Principe Paolo Cenci Bolognetti di Vicovaro (Guardia Nobile Pontificia) donato in agosto 2024 dalla Principessa Fabiola Cenci Bolognetti (suocera del barone Ettore Gallelli di Badolato) vedi https://www.badolatonews.it/la-collezione-pittorica-dei-baroni-gallelli-di-badolato-si-arricchisce-di-un-nuovo-importante-dipinto/n/202205498 e dopo il grande dipinto raffigurante papa Martino -V Colonna, donato in dicembre 2019 dal Barone Stefano Baroni Cori di Turri e Moggio (suocero del Barone di Badolato) vedi https://www.badolatonews.it/papa-martino-v-colonna-a-badolato/n/202205483
oggi sempre su gentile concessione del Barone Corsi, è giunto presso castello Gallelli il grande ritratto di datazione incerta e di cm. 103x210 circa, raffigurante Papa Leone -X de Medici. Nel periodo granducale i Corsi ebbero infatti ottimi rapporti coi Medici, ed ebbero vari senatori in famiglia, da cui appunto la presenza di questo grande dipinto di un de’ Medici nel loro palazzo fiorentino in via Tornabuoni. I Corsi furono infatti in origine una delle principali casate di Firenze, ove vi si stabilirono nel medioevo arricchendosi gradualmente e arrivando ad acquistare numerose proprietà, prima in corso Tintori, e poi nella futura via dei Tornabuoni. Ebbero inoltre 28 priori di libertà e 9 Gonfalonieri di Giustizia nella Repubblica fiorentina, ma fondamentale per la loro ricchezza fu il trasferimento a Napoli, dove acquisirono grandi ricchezze e il titolo nobiliare di marchesi. Tornati a Firenze, alla fine del Cinquecento Bardo Corsi acquistò il palazzo Tornabuoni, che, grazie all'attività del marchese Jacopo Corsi, divenne sede dell'Accademia fiorentina, legata alla camerata dei Bardi, e proprio qui, nel 1594, venne rappresentato il primo melodramma, La favola di Dafne, su libretto di Ottavio Rinuccini. Tra gli artisti del circolo musicale del Corsi ci furono Torquato Tasso, Claudio Monteverdi e Giambattista Marino. Nel 1502, sempre Jacopo, acquistò la villa Guicciardini Corsi Salviati a Sesto Fiorentino, una delle ville suburbane di Firenze più splendide. Una parte della famiglia si legò infatti ai Salviati, assumendo il doppio cognome, al quale si aggiunse poi anche quello dei Guicciardini.
Un ramo si trasferì in abruzzo nel XVIII secolo, ove ottenne dal sovrano delle due Sicilie i titoli di baroni di Turri e Moggio. La famiglia è imparentata coi Colonna Paliano, Hohenlohe-Bartenstein, Asburgo Lorena, de Sangro-Fondi, Cenci Bolognetti di Vicovaro, Malvezi Campezzi, Barberini, Orsini, Imperiali di Francavilla, e in ultimo appunto Gallelli di Badolato. Ma chi era Leone -X de’ Medici? Papa Leone X, nato Giovanni di Lorenzo de' Medici (Firenze, 11 dicembre 1475 – Roma, 1º dicembre 1521), è stato il 217º papa della Chiesa cattolica dal 1513 alla sua morte.
Giovanni era il secondogenito di Lorenzo de' Medici e Clarice Orsini e portò alla corte pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Fu l'ultimo papa a essere semplice diacono al momento dell'elezione. Il cardinale de' Medici, che non aveva grandi rivali, si recò subito a Roma per il conclave che incominciò il 9 marzo. Grazie all'abile segretario Bernardo Dovizi da Bibbiena, che riuscì a convincere molti cardinali elettori sull'opportunità di un papa mediceo dallo spirito conciliante e che probabilmente non avendo buona salute sarebbe durato poco, il giorno stesso venne eletto papa. Non essendo che diacono, fu subito ordinato sacerdote e vescovo il 13 marzo 1513 e poi incoronato in modo solenne il 19 marzo.
La sua tendenza alla conciliazione emerse subito appena eletto. Concesse il perdono ai cardinali che avevano aderito al "conciliabolo di Pisa" dove si era tentato di eleggere un antipapa; perdonò Pompeo Colonna che aveva tentato di provocare un'insurrezione popolare per instaurare una repubblica a Roma; perdonò i congiurati Boscoli e Capponi che avevano complottato contro di lui a Firenze, salvando la vita a Niccolò Machiavelli. Tra i primi atti del suo pontificato vi fu la riapertura del Concilio ecumenico (27 aprile 1513, apertura della sesta sessione), già indetto dal suo predecessore. Tra i padri conciliari persistevano molti contrasti; Leone X riuscì a risanarli evitando il pericolo di uno scisma. Il pontefice tenne personalmente la dodicesima e ultima sessione, il 16 marzo 1517.
Durante il concilio il pontefice fece pubblicare le seguenti bolle:
• Apostolici Regiminis (19 dicembre 1513), sull'immortalità dell'anima (contro le teorie filosofiche degli averroisti) e sulla sottomissione della verità filosofica a quella teologica;
• Supernae Dispositionis (5 maggio 1514), emanata come decreto di riforma della Curia romana; essa riguarda inoltre la libertà ecclesiastica e la dignità episcopale e condanna alcune esenzioni non autorizzate;
• Regimini Universalis Ecclesiae (4 maggio 1515), per riformare alcuni abusi presenti nella Chiesa, e rispondere in questo modo all'invocazione di riforma in capite et membris che proveniva dalla base;
• Inter Sollicitudines (4 maggio 1515): riguarda la censura preventiva dei libri di argomento religioso, la cui stampa deve essere autorizzata dalla Chiesa. La pena per chi avesse pubblicato libri non autorizzati era la scomunica, il rogo pubblico dei libri stampati, una multa di cento ducati e il divieto di stampare per un anno. Qualora si reiterasse nella stampa di libri non autorizzati, erano previste pene più severe.
• Inter Multiplices (4 maggio 1515): essa sancisce la liceità dei Monti di pietà allo scopo di aiutare le persone povere che necessitavano di aiuto nel modo più favorevole;
• Supremae Maiestatis (19 dicembre 1516), essa stabilisce nuove norme circa la predicazione dei chierici;
• Dum Intra Mentis (19 dicembre 1516), riguarda i religiosi e i loro privilegi.
Dal 1438 era in vigore in Francia un'ordinanza regia in base alla quale il re di Francia si dichiarava guardiano dei diritti della Chiesa nazionale (Prammatica Sanzione di Bourges). Leone X riuscì a temperare la tendenza autonomista della Chiesa francese venendo ad accordi con essa. Il 18 agosto 1516 egli firmò a Bologna con il rappresentante del re di Francia, Antonio Duprat, futuro vescovo e cardinale, un concordato, con il quale la Santa Sede rinunciava ai territori di Parma e Piacenza, ma otteneva la revoca ufficiale, da parte del Sovrano francese, della Prammatica Sanzione. Il desiderio di un maggior avvicinamento e diffusione della Bibbia attraverso una traduzione ufficiale in lingua volgare è un comune sentire nell'Europa dell'epoca, ma la sua esasperazione operata dai riformatori protestanti in chiave polemica e anti-romana, porta, per reazione, al suo rigetto e rifiuto da parte della Chiesa cattolica, che codifica nei decreti del Concilio di Trento l'uso esclusivo del latino e della Vulgata come testo autentico in tutta la vita pubblica, liturgica e dottrinale, della Chiesa latina, poiché si vede nella lingua volgare uno degli strumenti usati dai riformati per sovvertire la Messa, e l'origine – dando il testo in lingua volgare possibilità a chiunque di “interpretare” la Sacra Bibbia – delle eresie di Lutero, Zwingli e Calvino. In ambito artistico, Leone X commissionò il principale ciclo di affreschi realizzato da Raffaello, noto col nome di Loggia. Il 1º dicembre del 1521, Leone X fu colto da un improvviso malore e morì. Il suo decesso, avvenuto quando si apprestava a compiere appena 46 anni di età, diede luogo a numerose dicerie e sospetti di avvelenamento, tanto che fu persino arrestato per breve tempo il suo coppiere, ma non si venne a capo di nulla in proposito. La sua tomba si trova nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva e reca un epitaffio di Giano Vitale. Questo, e tutti gli altri dipinti facenti parte della collezione Gallelli, sono visionabili, dato che sono inclusi nel tour castellano insieme alle altre sale, quali l'androne, la cappella di Sant'Anna dei Parafrenieri, la biblioteca, le prigioni, la sala delle armi e armature, il salotto pontificio, e le torri di combattimento.
Fonte: Annuario della Nobiltà Italiana www.annuariodellanobilta.com
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Corsi_(famiglia)