CRONACA DI BADOLATO

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Il barone Gallelli di Badolato vince causa di usucapione contro la signora Angelina Carnuccio
20/04/2025
Nel 2025 in Calabria a Badolato esiste ancora chi intenta delle “ridicole” cause di usucapione contro proprietari di aziende agricole con partita iva. E’ proprio questo il caso della signora ANGELINA CARNUCCIO residente a Badolato, la quale nel 2021 intentò una causa di usucapione su un oliveto del barone Ettore Gallelli di Badolato, quest’ultimo dottore in Sc. Politiche con una tesi sull’imprenditoria femminile in Calabria, sposato con la nobile Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio e genero della Principessa Fabiola Cenci Bolognetti di Vicovaro (a loro volta discendenti da papa Giovanni X Cenci). Il barone succeduto al padre nella gestione dello storico latifondo di famiglia, a partire dal 2016 ha intrapreso e vinto tutte le cause contro coloro che coltivavano abusivamente alcuni terreni dell’azienda, così come ha intrapreso e vinto tutte le cause di usucapione tentate da terzi su altri loro fondi agricoli. Nel 2024 hanno infatti perso contro il barone di Badolato i CIRCOSTA, i quali avevano invaso un oliveto a Santa Caterina senza averne titolo, mentre nel 2025 è stata la volta di ANGELINA CARNUCCIO, assistita dagli avvocati VARANO MARIANGELA e DOMENICO VALENTI (con studio legale a Soverato), denunciati (tra l’altro) dallo stesso barone di Badolato per aver rappresentato il falso nell’atto di diffida che aveva ricevuto relativamente a codesta causa di usucapione posta in essere dalla signora Angelina Carnuccio (loro assistita). Dalle indagini degli avvocati del barone Gallelli, la detta Angelina Carnuccio è infatti risultata essere residente in Svizzera, e quindi trasferitasi in Badolato da soli 10 anni (così come è scritto sul Registro Anagrafico presso il Comune). La Carnuccio era quindi impossibilitata a coltivare continuativamente e pacificamente uno dei fondi agricoli del barone Gallelli per oltre 20 anni (così come sancisce l’Art. 1158 c.c. che regolamenta l’usucapione) prova documentale per la quale l’Angelina Carnuccio era stata infatti denunciata assieme ai suoi due avvocati di Soverato. Per il medesimo motivo la signora Angelina Carnuccio sta perdendo la causa di usucapione contro il barone (così come in passato hanno perso tutti coloro che hanno inutilmente tentato di usucapire un qualsiasi terreno facente parte del latifondo di questo casato). Non è infatti credibile che una residente in Svizzera coltivi pacificamente per oltre 20 anni un terreno facente parte di un’antico latifondo, condotto dagli operai dell’azienda agricola del barone (il quale non solo è residente a castello Gallelli di Badolato, ma è tra l’altro pure imprenditore agricolo professionale -I.A.P.). Infatti i 630 ettari che tutt'oggi costituiscono la storica azienda agraria dei baroni Gallelli di Badolato, siti nei comuni di Badolato, S. Caterina, Isca, S. Montepaone, e Catanzaro, sono in parte derivati dal feudo che la famiglia ha posseduto dal 25 novembre 1658 fino all' eversione della feudalità (1806) in parte dovute ad acquisti, e in ultima parte confluite attraverso matrimoni con altre famiglie nobili di egual tradizione terriera. Articolo di Alessandra Polimeni. Fonte n.1 -Archiviazione giudiziale. Fonte n.2 -Annuario della Nobiltà Italiana www.annuariodellanobilta.com www.agrariagallelli.it https://www.agrariagallelli.it/?p=stemma

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