CRONACA DI BADOLATO

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Il recluso Franco Larocca lascia il carcere
17/05/2025
Lascia il carcere, e tornerà a lavorare presso la Regione Calabria dopo il 04.09.2026, Francesco Larocca, l’ex impiegato regionale, che attraverso l’avv. Salvatore Staiano, chiese e ottenne (in violazione delle leggi sulla privacy) dai colleghi della Regione Calabria, la visione del fascicolo aziendale dei baroni Gallelli di Badolato (sue vittime). Dopo la consegna di detti documenti sensibili, la Regione Calabria successivamente bloccava i contributi comunitari ai baroni di Badolato, e chiedeva inoltre la restituzione di un milione di euro, per la presunta moria di alcune piante di forestazione finanziate dal mercato europeo (motivo per il quale oggi i baroni Gallelli sono in causa con la Regione Calabria dal 2022). Il cinquantanovenne di Catanzaro, condannato per estorsione aggravata nel processo Pietranera, è così passato dal carcere all’affidamento in prova ai servizi sociali. La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, che ha accolto il ricorso dei suoi difensori, gli avvocati Vincenzo Cicino, Vincenzo Larocca e Salvatore Staiano. Larocca era stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 4 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 3.333 euro. Il provvedimento riguarda i fatti emersi nell’inchiesta Pietranera della Dda di Catanzaro, che nel dicembre 2017 aveva portato all’esecuzione di sette misure cautelari nei confronti di presunti affiliati della cosca Gallelli di Badolato, ritenuti responsabili di estorsioni aggravate dalle modalità mafiose nei confronti dell’impresa agricola della nota famiglia di latifondisti locali. Nessun collegamento attuale con la criminalità organizzata Il Tribunale ha motivato la concessione dell’affidamento in prova sulla base di diversi elementi: il corretto comportamento di Larocca durante la detenzione, l’assenza di altri procedimenti penali pendenti e soprattutto l’assenza di legami attivi con la ‘ndrangheta. In primo grado Larocca era stato condannato a 7 anni, ma in appello le aggravanti mafiose erano state escluse, riducendo la pena a 4 anni. La Cassazione ha confermato la sentenza, sostituendo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici con un’interdizione temporanea, consentendogli così di poter riprendere l’attività lavorativa in Regione alla conclusione dell’affidamento, la cui durata residua terminerà il 4 settembre 2026. Pur essendo libero, Larocca dovrà osservare alcune restrizioni imposte dal Tribunale di Sorveglianza, presieduto da Laura Antonini, come il divieto di uscire da casa prima delle 8 e dopo le 20. L’indagine Pietranera Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro sotto la supervisione della Procura distrettuale antimafia, avevano documentato come Vincenzo Gallelli, 77 anni, capo della cosca, sin dagli anni ’90 imponeva il controllo sui terreni della famiglia Gallelli di Badolato. Gli imprenditori erano costretti a concedere pascolo e sfruttamento agricolo secondo le volontà della cosca, con sistematici danneggiamenti delle strutture aziendali e la modifica dei contratti commerciali con terzi, tutto per mantenere il controllo della cosca e limitare l’autonomia dei legittimi proprietari. A cura di Silvia Martucci. Fonte: Procura della Repubblica.

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